Facciamo!… bene
di Laura Bastianelli, psicologa e psicoterapeuta
Come psicologa attenta alle problematiche dell’infanzia in un’ottica preventiva, l’incontro col gruppo di ISOTYPE.ORG ha stimolato, nella mia vita professionale, nuovi interessi e nuove sfide. Collaborare con loro per la stesura di linee guida che orientino nella realizzazione di app per bambini appartenenti a diverse fasce d’età, mi ha consentito, infatti, di approfondire il tema delle nuove tecnologie in relazione allo sviluppo infantile, con particolare riferimento ai tablet e agli smartphone. In particolare ho trovato stimolante poter sostenere e partecipare alla progettazione di app finalizzate a esperienze multimodali e integrate con i principi della mindfulness.
Quali caratteristiche deve avere una app per bambini? Può un iPhone nelle mani di un bimbo di 18 mesi avere una qualche utilità per la sua crescita o è solo pericoloso? Per quanto tempo può usare il tablet, tenendo conto del suo cervello in crescita?
La ricerca sta iniziando a dare qualche risposta, anche se molto resta ancora da fare per avere dati certi e affidabili su questo tema. In parte per rispondere alle domande suscitate si può fare riferimento alla ricerca svolta relativamente a televisione e personal computer, ma ciò che succede o può succedere ai bambini della touchscreen generation è ancora da dimostrare empiricamente. Si può comunque affermare che l’esposizione prematura ed eccessiva a questo genere di media non può essere positiva e alcune linee guida di carattere generale possono essere tracciate. Ad esempio è fondamentale ricordarsi che l’attività immaginativa, creativa ed esplorativa nel mondo fisico tridimensionale e nel contesto della relazione con le figure di riferimento principali è ciò che favorisce lo sviluppo sano di un bimbo, a maggior ragione se prima dei 3 anni.
Dobbiamo assicurarci che i bambini in età prescolare abbiano il tempo, lo spazio, il silenzio e l’ispirazione per coinvolgersi in giochi creativi
dice la statunitense Susan Linn, esperta della National Association for the Education of Young Children. La ricerca ha dimostrato che bimbi al di sotto dei 2 anni che passivamente guardano la televisione presentano problemi col sonno e col linguaggio rispetto a quelli che non lo fanno.
Può essere considerata una età di riferimento anche per i tablet? Se il device fornisce attività passivizzanti che catturano l’attenzione del bambino in modo prolungato, precludendo la possibilità di coltivare attività interattive assieme ai genitori, a mio avviso la risposta è ‘si’. Se propongono stimoli e attività coerenti con la fase evolutiva, da condividere con mamma e papà allora l’uso del tablet può essere assimilato a quello di altri giochi educativi presenti in casa, pur con le sue specificità. Ciò che è importante è curare la scelta della app e proporla al bambino, se incuriosito, per un tempo limitato (15 minuti circa) in compagnia di un adulto con cui interagire mentre la ‘esplora’, proprio come si fa con un bel libro, considerando se in quel momento gli viene sottratta la possibilità di muoversi e ‘toccare’ il mondo per conoscerlo. Le attività senso motorie infatti sono fondamentali per lo sviluppo mentale ed emotivo del bambino. Tenuto conto di questa priorità, una app che lo faccia ridere, che incoraggi il coinvolgimento dei genitori e proponga obiettivi raggiungibili per il suo livello di sviluppo ha sicuramente le caratteristiche necessarie per essere considerata adeguata.
Il team di ISOTYPE.ORG, insieme ad Antonella Abbatiello, è andato anche oltre, proponendo il binomio libro-app che consente una partecipazione multimodale alla storia, in questo caso, di un pezzetto di carta. Il bambino può passare dal racconto di storie educative tra le braccia della mamma mentre tocca le pagine colorate di FACCE al gioco interattivo con “Cucù”, il verde faccino che si anima e gioca a nascondersi rispondendo all’esplorazione col dito indice. Oppure può misurarsi con “Cattivo”, occhi gialli che fanno “Bù”, a cui rispondere superando la sorpresa… Sono attività semplici, che danno al bambino il tempo per imparare dalle proprie azioni e dalle proprie risposte accompagnato da chi lo ama. Grande attenzione è stata data inoltre alla sua sicurezza in merito alla disattivazione delle connessioni (WiFi, Bluetooth ecc…) e al coinvolgimento dei genitori nell’uso della app. Quest’ultimo aspetto, tutt’altro che scontato nel panorama delle app per bambini, mostra la coerenza etica che guida questo progetto editoriale. Come professionista della salute, ritengo indispensabile che le nuove opportunità offerte dalla tecnologia siano offerte seguendo criteri di promozione del benessere.